Nel 1981 esce il film Das Boot che in Italia viene distribuito come U-Boot 96, uno dei pochi film che abbia visto sulla seconda guerra mondiale, che abbia narrato la storia dal punto di vista dei tedeschi e non degli alleati.
Viene lanciata da Sky una serie tv, nel 2018 che riprende in parte il lungometraggio, e che ha il merito di raccontarci il volto di una guerra combattuta negli angusti spazi dei sommergibili, dove l’atrocità umana prende pieghe ancora più disastrose tra violenze sessuali, abuso di morfina ed esecuzioni della ghestapo in una Francia occupata dai nazisti che la usano come base per incursioni contro gli alleati.
Il tutto tra l’ammutinamento del secondo ufficiale, siluramento di navi mercantili inermi ed lo spettro di aver perso la guerra, che fa da contrappunto alla volontà di non arrendersi, ma rendere ancora più efferate le proprie azioni militari, la morte per la morte e null’altro.
Epica la scena in cui il comandante Hoffmann viene lasciato alla deriva, nel bel mezzo del Atlantico su un battellino gonfiabile, semplicemente in balia delle onde.