Ieri pomeriggio il buon gon_superkid arriva direttamente da Firenze per l’occasione, armato di ottimi propositi e l’entusiasmo di passare una serata con il sottoscritto e il vecchio compagno di merende philotto.
Quest’ultimo sebbene formalmente invitato a cena a casa mia, rimaneva imbrigliato, per giustissima causa, nel supportare il progetto
In verità cogliemmo questo fatto come un segno del nefasto destino a cui saremmo andati incontro di li a poco.
Il Leoncavallo intorno alle 23.30 è deserto, siamo arrivati decisamente troppo presto, così ci rilassiamo con un paio di birre e una passaggiata nel cortile interno all’ombra di due mostri di 12 piani.
La gente inizia ad arrivare piano piano e il collettivo Italo boyz spara techno di dubbia fattura che ha il vantaggio di riscaldare l’atmosfera.
Intorno alle 2 noi siamo alla settima birra e Apparat compare con il suo powerbook.
Da quel momento un concentrato di noia, banalità e torpore ci ha assalito.
Poco lucido, battuta diritta e il suo dimenarsi dietro al laptop ci hanno lasciati immediatamente perplessi.
Come può uno dei migliori producer dell’elettronica tirar fuori una session cosi scadente?
Per fortuna che nell’attesa ci siamo concessi 20 minuti nella saletta drum ‘n bass esterna e la visione dell’ecclissi lunare.