Oggi sono stato a fare un brunch nella famosa Californian Bakery qui a milano, ebbene non solo mi sono imbattuto nella scarsa qualita del cibo, imitazione penosa di quella delizia assoluta che rappresentano i bagel newyorkesi, ma soprattutto nella mancanza di cortesia di chi ci lavora. Per certi versi bisogna andarci quasi per una curiosita etnografica, la fauna che abita il luogo è composta da ragazzetti tra i venti e i trenta che giocano ad essere a brooklyn, ascoltano Santgogold e sono invaghiti delle cose della DFA. Indossano occhiali enormi ovviamente neri anche se non hanno nessun difetto alla vista e mostrano tatuaggi di rondini coloratissime sul petto o ancore sui bicipiti. Purtroppo pero Milano non è brooklyn e viale premuda non è il Lower East Side, cazzo siamo a due passi da porta venezia!
Eppure resto perplesso soprattutto per una cosa, che reappresentano esattamente quei cestini di vimini appesi al soffitto?
I cestini di vimini? Sono una sorta di salvacondotto come lo erano i “macaroni” di Alberto Sordi in “Un americano a Roma”.
Curioso: nelo stesso posto mi ci hanno portato ammé tre giorni fa. Siamo entrati, era pieno, ci ho pisciato, siamo usciti – approdando a un ben più ragionevole barraccio da prosecchini pieno zeppo di umarélls. Ma prima di uscire ho fatto in tempo ad appercepire la carte degli hamburgers da 18 euro l’uno. Sapevo che esistono innumerevoli succedanei della vaselina, ma ignoravo che uno di questi fosse il ketchup.
Sottoscrivo le tue notazioni etnografiche. Quanto ai cestini, credo stiano lì a mo’ di monito e sprone per gestori e avventori. Sai, una roba tipo memento mori. Solo che invece che la morte, riguardano la raccolta di derrate agricole agostane nelle piane pugliesi.
ma..a me quel posto piace
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