Category Archives: emotional landscapes
marinai, profeti e balene
Il sogno si sa, è il luogo dove la logica perde significato, prende una nuova forma e l’impossibile diventa possibile.
Capossela mette in scena un sogno, e lo fa direttamente dal ventre di una balena. Una sorta di enorme caverna in grado di dare riparo ai naufraghi in balia delle onde.
Un sogno fatto di fiocine, schiuma, flutti, scampati ai naufragi, ballate di marinai, rum, tabacco, conchiglie, fuochi fatui, esecuzioni ingiuste, sirene ed indovini. Fanno da sfondo al racconto: Moby Dick, Celine, Omero, conditi da una teatralità affascinante, luci ed ombre, che finiscono per suggestionare in maniera intensa.
Gli ormeggi sono stati mollati, la nave parte, inizia la navigazione ed i marinai hanno già nostalgia delle loro mogli, li attenderanno sirene, tempeste, balene ed il leviatano ma anche la bonaccia e la volontà di riassaporare il profumo della terra.
Vira marinaio! Il vento è favorevole si salpa!
Sakamoto + Alva Noto
Il concerto è stato molto suggestivo, ad un tratto c’era solo la musica e una piacevolissima sollecitazione del mio radio.
fughe e approdi
Il documentario di Giovanna Taviani mi ha suggestionato subito, sin dal titolo: Fughe ed Approdi, due momenti in cui nolenti o volenti, si finisce per allontanarsi o avvicinarsi a qualcosa. Se a tutto questo si aggiunge l’effetto che le isole eolie hanno avuto sempre su di me, la miscela è potenzialmente esplosiva. Il documentario purtroppo però è un accozzaglia di episodi storici (il confino fascista di Lipari e la storica fuga di Rosselli), episodi legati alla storia del cinema, che vedono protagonista le eolie, accennando storie anche interessanti, ma purtroppo è colpevole dell’aver solo abbozzato ritratti e questioni che forse meritano un approfondimento più incisivo. A tutto questo si somma la descrizione di scenari antropologico-culturali di vago sapore etnografico, il risultato divene confuso, poco organico dal punto di vista narrativo e a tratti arraffazzonato. La fotografia poi a me personalmente, sembra sbiadita, forse volutamente, ma risulta poco espressiva tranne poche scene (penso alle cave di pomice). Insomma cara Giovanna, non vorrei apparire troppo duro ma a parte due episodi: quello di tuo padre che spiega come i campi lunghi siano l’espressione del rapporto uomo-natura e quello delle donne di panarea che raccontano in maniera vivace dell’esperienza delle fattucchiere che si liberano nell’aria nelle silenziosissime notti di Panarea, il documentario è piatto, di maniera, senza slanci e questo a mio avviso è davvero un gran peccato.
grande paesaggio ritrovato
Le figure dell’ultimo Ricciardi non sono morsicate come accadeva in passato.
Si dissolvono, questo è l’elemento nuovo. Un inesorabile essere soggetti al tempo, al lavorio del tempo. Lo spettro della natura maestosa e minacciosa che continua a fare il suo corso inesorabile.
I due amanti perdono consistenza, in un abbraccio ad occhi chiusi, pronti a far fronte a quello che sarà. Come sotto una pioggia torrenziale, faticano a mantenere la propria corporeità integra.
I colori accesi di ciò che è lontano (nello spazio ma anche nel tempo) si fanno cupi e saturi quando rappresentano quello che è vicino.
Riflessione sull’inesorabile ed estremo tentativo di trovare un significato?
Resta solo l’abbraccio a dare struttura ad un paesaggio scomposto, sospeso ed assolutamente a-temporale.
cravatte stropicciate ed altre catastrofi
La borsa a forma di lettera di pelle nera martellata di Margiela//Il profumo del caffè appena fatto//una vespa primavera 125 di un giallino chiarissimo//le terme di vals di peter zumthor//gli scatti di luigi ghirri//angel echoes di four ter// il grasso dei motori marini//le ginestre in un bianco dell’etna//i colori saturi//mimmo iodice//l’inchiostro nero//una flaminia zagato ss //il mare cobalto di ginostra//la datura stramonio//milton rogovin//il basalto dell’appia antica//giorgio falco – l’ubicazione del bene//rebecca horn//F3 + 50 mm f 1.2 (per guadare finalmente il mondo)//la colatura di alici//le foglie verdi del limone//il cromo nell’acciaio di una lama//lox and cream cheese//manitoba//