«Il fulmine governa tutte le cose» Eraclito, Frammenti, 64 (Edizione Diels-Kranz)
La lettura heideggeriana prevede che l’essere non sia determinabile come sono determinabili le cose del mondo, anche il linguaggio viene meno, perde la sua potenza individuante.
Proprio perchè il linguaggio è rappresentativo di strutture di pensiero (il linguaggio è la casa dell’essere– m.heidegger) ci troviamo davanti ad una intrinseca incapacità anche del pensiero di far fronte al problema.
L’essere recuperando il significato pre-socratico, evidentemente parmenideo, si rivela solo mediante una fugace illuminazione. Esattamente come il bagliore di un fulmine che squarcia l’oscurità per una frazione di secondo, fende l’essere mostrandolo nelle sue fattezze.