La dea bendata qualsiasi cosa essa rappresenti è dilaniata, scomposta ma allo stesso tempo si prende gioco di chi l’osserva. Mantiene saldo il suo incrollabile spirito, quand’anche tutto stesse per sprofondare nell’abisso, continua imperterrita a sorridere, si perchè sotto quella benda conserva, anche se non vuole mostrarlo, uno sguardo carico di ironia e continua a volerci beffare.
Ci ho ripensato, dopo una corrispondenza privata con l’autore, rimodulo quello che penso.
Mi sono ingannato:
Caro Giovanni,
Secondo me le figure che hai creato non sono la rappresentazione della dea bendata.
Anzi io sono convinto che sono la migliore metafora dell’uomo
Un essere umano che affronta il mondo ad occhi chiusi, si misura con esso quasi inerme a tal punto che il mondo ne divora la testa (chi è bendato non può difendersi a pieno)
eppure quell’uomo ha ancora la forza di sorridere sapendo che tutto questo è ineludibile nel senso puro di non poter essere eluso, evitato.
Ceramica, legno di noce massello e ferro.
Pezzi unici realizzati a mano da Giovanni Ricciardi
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