Seguendo le tracce di Richard Prince il tentativo dell’artista Augusto è quello di utilizzare l’icona Marylin Monroe desacralizzandola, riportandola ad un constesto a lei estraneo, seguendo l’idea di ri-fotografare e inserire elementi grafici inediti all’interno della gestalt originaria. Solo in questo modo, riesce a re-intrerpretare la società dello spettacolo per dirla con Guy Debord, piegando la sua struttura in una dimensione inedita che non finisce di generare curiosità .
Gli esordi espressivi lessico verbali dell’artista noto come la Vavosa risalgono al luglio del 1997.
In questo aneddoto la sua essenza.
Io, la Vavosa e l’amico Umb. eravamo a Londra.
Varie vicissitudini ci avevano portato in periferia per consegnare un pacco ad
un compaesano amico mio (pecorino e salami).
Le finanze mie e di Umb. erano agli sgoccioli e cercavamo ospitalità dal compaesano.
Il compaesano raccontava della sua vita londinese e della sua compagna canadese.
E l’amico Vavosa (come Pietro, citazioni bibliche) per tre volte disse
“Una canadese? Quanti posti?”
PLOF, come il sasso nello stagno, fece la sagace, geniale e irrisoria osservazione.
Gli esordi dell’artista sono più spontanei e diretti rispetto a questo nuovo periodo concettuale. Le sue prime opere si muovevano con l’opera di Felix Guattari.
All’epoca RE-interpretava la società e l’immagine capitalista come schizzofrenia parossistica verbale! Con giochi di parole pindarici.
Perchè ora il ricorso alle icone pop?